Ham Gourmet

Salvatore Russo

Salvatore Russo

CEO & Founfer HAM GOURMET

Tutt’altro che junk food!

Al fondatore e CEO di Ham Gourmet il merito di aver creato un’azienda che dal 2006 a oggi ha saputo conquistare uno spazio nella ristorazione di qualità

L’individuazione di un bisogno di mercato ancora inespresso ha portato Salvatore Russo a creare Ham Gourmet, specializzata nella produzione di hamburger surgelati di alta gamma, per la ristorazione. Il fondatore e CEO dell’azienda ci racconta la sua esperienza.

Ci può raccontare i primi passi della sua azienda?
Ham nasce da una mia notte insonne, quando, alla fine del 2006, mettendo a frutto la mia esperienza di commerciale presso multinazionali del food, iniziai a notare una domanda di mercato a cui non corrispondeva nessuna offerta. In un mondo alimentare dove esiste da sempre il basso e l’alto di gamma, nel mondo hamburger nessuna distinzione delle materie prima veniva fatta da alcuna azienda. Così decisi di creare un’azienda premium per il mondo hamburger. Mi chiesi come posso essere unico in tale offerta? Analizzando il mercato mi accorsi che hamburger, legalmente chiamato “preparato di carne”, è un miscuglio anonimo di ingredienti, con carni “non identificate”! Da qui l’idea di creare qualcosa che avesse una vera e propria carta di identità.

Qual è stata la molla che l’ha portata ad avviare questo business?
La molla che mi ha spinto e tutt’ora mi spinge, è creare qualcosa di unico, di artigianale, e che possa fare bene alla salute senza troppi compromessi nei gusti! Convertire il più odiato alimento in food, da spazzatura a gourmet!

Quali sono state a suo avviso le tappe più salienti della sua storia imprenditoriale?
La crescita negli anni, il mantenimento e il contatto costante con i ristoratori e le loro esigenze. Essere partiti nel 2011 con 3 tipi di hamburger di tre razze diverse Chianina, Americano Black Angus, e Irlandese, e arrivare oggi con quasi 14 anni e 35 tipi di varietà di hamburger da 20 razze pregiate e certificate in tutto il mondo!

Ci sono stati mai dei momenti in cui ha avuto paura di osare troppo, ha pensato di lasciare perdere e, se sì, come li ha gestiti?
Quando durante la pandemia ho temuto di fermarmi. Non tanto nella prima fase, ma nella seconda. Il mondo della ristorazione si è fermato completamente, come ricorderete. E da titolare di un’azienda seria che ha fatto la difficile scelta di non essere presente né in grande distribuzione, né all’interno dei Cash and Carry, per essere una vera e propria specialista della ristorazione, ho pagato a caro prezzo questa scelta etica che non mi consentiva in quei mesi di fatturare neanche un kg!

Quali sono i valori che contraddistinguono la sua attività?
Innanzitutto il benessere animale. Sono convinto che nel futuro si mangerà meno carne ma di alta qualità. Il benessere animale non ha solo un risvolto etico (che mi sta molto a cuore), ma fare vivere l’animale allo stato brado o semibrado è con le necessarie cure veterinarie non può che creare una carne di altissima qualità. Questo consente di salvaguardare delle vere e proprie eccellenze, piccoli allevatori che producendo alla qualità vengono scartati dai canali della grande distribuzione e che grazie ad aziende come la mia trovano dignità commerciale. Inoltre, si salvaguarda così un patrimonio genetico che con la globalizzazione andrebbe irrimediabilmente perso!

Come si vede da qui a 5 anni? In quale direzione ritiene di dover guardare per continuare a crescere?
In questo ho le idee molto chiare! Beh, non posso svelarle adesso tutti i miei progetti nel cassetto, ma posso prometterle che sentirà parlare di me e di Ham sempre di più. Sto studiando prodotti sempre con materie prime eccelse, che aiutino i ristoratori ad offrire esperienze culinarie mai provate prima. Per l’azienda ho iniziato a ragionare con un’ottica multilocale e anche multibrand, grazie a esperti partnership che si stanno muovendo in questa nuova visione. Il futuro è un appoggio solido con i piccoli allevatori locali ed un impegno su razze nobili di nicchia.